Poiché un tempo i corsi di formazione per diplomati erano riservati agli under 25 e quelli per laureati agli under 27, non appena terminai l'università (avendo anche lavorato nel frattempo e assolto gli obblighi del servizio civile) non potei, per poco, frequentare corsi di formazione qualificati.
Dato lo stato delle cose, inoltrai tra le altre cose ed in ultimo una mia petizione al Senato della Repubblica, nel febbraio 2000 (la numero 706), nella quale suggerii:
A) l'innalzamento dei limiti d'età per poter accedere ai corsi di formazione professionale per laureati (visto che l'età media di laurea era di 28 anni) e, ancora, per i soli soggetti laureati o per coloro che fossero stati costretti ad interrompere gli studi universitari, l'innalzamento dei limiti di età per poter accedere, quantomeno, ai corsi di formazione professionale per soggetti diplomati.
Queste mie proposte (non so se proprio grazie ad esse, o per altri motivi) hanno trovato una successiva attuazione, persino oltre le mie richieste e i miei suggerimenti.
Via, via si assistette, difatti, ad una graduale inversione di tendenza rispetto alla situazione precedente (es. quella evidenziata nella pubblicazione "Liguria on Line" n° 203 del 13/12/1999) sino ad arrivare in alcuni casi ad un totale abbattimento della presenza di limiti di età per i corsi per laureati e per soggetti diplomati, come da me auspicato e richiesto.
Tra i vari esempi posso citare i corsi e i masters che vennero banditi ad aprile 2001 in Provincia della Spezia che mi diedero la possibilità (a differenza di due anni prima) di parteciparvi.
Nello specifico si trattava di un master bandito in associazione d'impresa, dal Cisita (Sistemi Formativi Confindustria) e dalla Scuola Nazionale Trasporti, riservato a laureati in materie tecniche o economiche. Preceduto da una rigida selezione e terminato con una prova finale.
A titolo di cronaca, i migliori risultati ottenuti (anche in termini di buona occupazione) sono stati raggiunti dagli studenti più in là con gli anni. Forse, perché più motivati. Nella sezione del mio corso (improntata più sui trasporti) risultai, peraltro, il migliore.
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Di seguito riporto il testo originale di un'ulteriore
mia misura, che era la prima presente nella mia
petizione 706 del febbraio 2000 (questa la ragione
per cui il testo inizia con la frase: "La prima .."
e figura esposta utilizzando il tempo presente)
B) La prima proposta riguarda soprattutto quei corsi a bassa qualificazione che vengono ripetuti più volte nel corso dello stesso anno (sovente anche in contemporanea nello stesso istituto) e per i quali propongo una programmazione e svolgimento per gruppi di cinquanta, sessanta persone, alla volta, invece che di 12 o 15.
L'applicazione di questa strategia porterebbe ai seguenti notevoli vantaggi:
- in primo luogo, al contrario di quanto si potrebbe pensare in prima approssimazione, ad un aumento della preparazione dei frequentanti i corsi, in quanto finalmente si potrebbe effettuare una vera e propria selezione degli stessi, premiando solo quelli che realmente avranno dimostrato di aver assimilato, a sufficienza, le nozioni trasmesse;
- in secondo luogo, ad un enorme risparmio di fondi che potrebbero essere destinati ad altri scopi (ad esempio a fare nuova e più mirata formazione); la ragione è che i maggiori costi dei corsi sono rappresentati proprio dagli alti compensi degli insegnanti che si vedono "costretti" a ripetere le stesse identiche cose, più volte, per platee di appena poco più di una decina di persone.
Tanto per dare qualche dato, prendendo ad esempio due tipologie di corsi, quelli per l'assistenza agli anziani e ai disabili psichici, che ben si adattano alla soluzione da me prospettata e che ben conosco (avendo svolto servizio civile sostitutivo presso un centro di formazione professionale) posso dire che solo nella mia provincia credo che in un anno vengano tenuti dai 10 ai 12 corsi di questo tipo che potrebbero essere invece tranquillamente ridotti a 4 o 5, con un risparmio di oltre 400 milioni (somma così ricavata: 600 ore per ogni corso, per numero 7 corsi, per £ 100.000 che corrispondono al costo orario degli insegnanti); moltiplicando poi questa cifra per le circa 100 province italiane otterremmo un risparmio approssimativo di 40 miliardi l'anno (1.600 in 40 anni) che potrebbero essere investiti in questo specifico caso, ad esempio, in maggiori ore di assistenza sul territorio e, magari, dedicando due soli giorni di applicazione di questa strategia alla mia causa, ossia finanziando il mio stipendio per i prossimi quarant'anni.
Il non riconoscere la validità di quanto più sopra proposto equivarrebbe a sostenere che il metodo di insegnamento utilizzato nelle università sia del tutto inefficace; mentre in realtà sappiamo bene che, specialmente quando si ha la fortuna di seguire corsi a cui partecipano solo una cinquantina di studenti, la possibilità di conseguire un'ottima preparazione negli argomenti trattati è elevatissima, almeno per chi è armato di buona volontà.
Qualora il limite all'applicazione della strategia da me indicata fosse la necessità di sfruttare, in ogni caso, i fondi messi a disposizione dalla Cee credo che, se possibile, sarebbe più opportuno, in questi casi, piuttosto che finanziare progetti superflui, versare meno soldi alla fonte visto e considerato che credo si tratti comunque di soldi nostri e non regalati dagli altri stati.
Se il limite invece dovesse essere rappresentato dalla carenza di strutture adeguate, credo sarebbe comunque più opportuno fare un investimento ora per beneficiarne nel prossimo futuro.
Per quanto riguarda, infine, il personale già in organico presso i centri di formazione professionale (i quali ricordo si occupano per la stragrande maggioranza solo di aspetti amministrativi non legati all'insegnamento) propongo, qualora ve ne fosse bisogno e a loro salvaguardia, un sistema di finanziamento basato soprattutto sul numero dei frequentanti i corsi piuttosto che su quello dei corsi tenuti.
seguono i links a tre documenti
che certificano l'avvenuta
annunciazione al Senato di
undici mie petizioni, tra cui
la 706, che comprende le
misure di cui sopra
 
 
 
seguono i links alle due pagine
della mia petizione 706, in cui è
possibile rinvenire, ai punti uno e tre,
le misure di cui ho parlato più sopra
 
 
 
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segue il link ad un mio documento
autenticato nella data il 18 gennaio
2000, che include, a partire da
metà pagina, soluzioni inerenti
la formazione professionale,
comprese quelle di cui ho parlato
in questa sezione (questa pagina è
la seconda del gruppo di fogli pinzati
tra loro, tutti autenticati nella stessa
data, cui ho fatto cenno e ho riportato
anche nelle sezioni dedicate ai: voti
ponderati - dove figura la prima di
queste pagine - e ai principi wiki
e ai creative manager - dove
figura invece la terza -)
segue il link ad un articolo che
prova come, all'epoca dei miei
suggerimenti, il tempo medio
di laurea era di 28 anni
segue il link ad un articolo che
prova, a mio avviso, come a
distanza di molti anni c'era
ancora bisogno di applicare
alcuni miei suggerimenti
contenuti nella mia
petizione del 2000
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